Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.

Rush - Conferenza stampa con Ron Howard e il cast del film

14/09/2013 | Interviste |
Rush - Conferenza stampa con Ron Howard e il cast del film

Parata di stelle questa mattina nella splendida cornice dell’Hotel de Russie di Roma. Nell’ordine, il pluripremiato regista Ron Howard (già Oscar per A Beautiful Mind) che, aria informale e cappellino blu in testa, sembra ancora il mitico Richie Cunningham di “Happy Days” solo con qualche ruga in più, il bellissimo attore australiano Chris Hemsworth (per tutti, Thor), l’attore tedesco Daniel Brühl (rivelatosi al grande pubblico per l’eroe di guerra tedesco Frederick Zoller in Bastardi senza gloria di Tarantino), l’attrice romeno-tedesca Alexandra Maria Lara (che nel film di Howard interpreta Marlene, la moglie di Niki Lauda), il lanciatissimo Pierfrancesco Favino (che veste i panni del pilota svizzero Clay Regazzoni compagno di scuderia di Lauda alla Ferrari).
Tutti insieme per incontrare la stampa in occasione della presentazione dell’attesissimo Rush, pellicola ambientata nel mondo della Formula 1 che racconta la famosa rivalità, sui circuiti e nella vita, che oppose negli anni Settanta il pilota inglese James Hunt (Hemsworth) e il suo rivale austriaco Niki Lauda (Brühl). Il film ripercorre gli anni d’oro della Formula 1, partendo dagli esordi in Formula 3 dei due piloti culminando nella drammatica stagione del 1976 durante la quale il campione del mondo in carica Lauda, in lotta per il titolo con il collega Hunt, fu vittima di un tragico incidente.
A moderare la conferenza stampa il giornalista sportivo Marco Franzelli.
Il film uscirà nelle sale il prossimo 19 settembre distribuito da 01 Distribution.

La prima domanda è per Ron Howard. Il film racconta la rivalità fra due uomini, due personalità differenti, è un po’ un tema costante dei tuoi film se pensiamo a Frost/Nixon, a Cinderella Man, ma in fondo anche il protagonista di A Beautiful Mind era in lotta coi propri fantasmi. E’ in questa rivalità che tu trovi il senso del racconto della storia?
Ron Howard: “Mi piace moltissimo raccontare di personaggi messi alla prova in situazioni insolite, sorprendenti, per cui scelgo questo tipo di storie, storie in cui alcune persone sono messe in situazioni estreme, persone che fanno cose completamente diverse per mettere alla prova sé stesse, queste persone hanno dell’uomo comune molti elementi ma per certi versi sono diversi dall’uomo della strada”.

Per Ron Howard. In tutti i tuoi film riecheggia il tema della morte. Anche in questo film il tema è presente come sfida continua che hanno i piloti di Formula 1 con la morte. Che rapporto hai con questo tema?
Ron Howard: “Io credo che il nostro modo di rapportarci alla morte ci definisca come esseri umani. Ciascuno di noi affronta il rapporto con la morte in maniera diversa. I personaggi di questo film hanno un punto di vista sulla morte molto particolare, condiviso dai piloti di Formula 1 degli anni Settanta. Io credo che Niki Lauda avesse un modo un po’ particolare di rapportarsi all’idea della morte, ne ho parlato con Daniel (Brühl) e farei parlare lui di questo aspetto del suo personaggio”.

Daniel Brühl: “Rispetto ad alcuni personaggi più affascinati e rock ‘n roll, Niki Lauda è un calcolatore, un razionale, aveva calcolato che era disposto ad accettare solo un 20% di rischio di morire. In un certo senso era un pioniere, forse più simile ai piloti di Formula1 di oggi, un calcolatore molto disciplinato. Ovviamente lui sapeva che metteva a rischio la propria vita, ma aveva una sensazione, è quello che succede nella scena finale del Gran Premio del Giappone, capisce che c’è qualcosa di più importante della corsa, non è disposto a mettere a repentaglio la propria vita e il suo rapporto con la moglie. In un certo senso è un pioniere ed è più vicino ai piloti di oggi per cui la sicurezza è importante, oggi dopo l’ultimo incidente a Senna non ci sono stati più incidenti mortali”.    

Una domanda per Chris Hemsworth. Il tuo personaggio vive una vita sempre al limite, quasi in uno stato di “borderline”, vive di eccessi. Che rapporto hai con questo tipo di personaggi e situazioni?
Chris Hemsworth: “Diversamente da Lauda che affrontava il tema della morte da “matematico” facendo il calcolo dei rischi, James Hunt ha un rapporto con la morte più istintivo, quasi “di pancia”, viscerale, anche a prescindere dalle gare, faceva quel che sentiva di voler fare. Loro vivevano una minaccia continua con la morte, Niki la esorcizzava attraverso il calcolo, James la esorcizzava con altre attività ad esempio il bere o andare con le donne. Avevano bisogno di questi sfoghi perché negli anni Settanta i piloti morivano in gara. Se i piloti non si concentravano morivano. Il bello di questi piloti è il fatto che la paura della morte li forzi a vivere il presente in un mondo in cui la nostra abitudine è quella di guardare sempre avanti verso il futuro. Attività come queste ti obbligano a concentrarti al massimo sull’oggi. Questa attitudine a concentrarsi sull’oggi a me piace molto”.

Una domanda per Alexandra Maria Lara. E’ vero che nel primo colloquio con Ron Howard avvenuto via Skype pelavi cipolle?
Alexandra Maria Lara: “E’ vero, la prima volta che ho incontrato Ron è stato su Skype ed ero in Cina. Poi sono rimasta tra i suoi contatti ed è vero una sera mi ha chiamato mentre stavo preparando la cena e stavo pelando cipolle: io ero un po’ titubante ma poi mio marito mi ha suggerito di dire che stavo piangendo perché avevo letto la sceneggiatura del film.”

Una domanda per Ron Howard. Il tuo rapporto con lo sceneggiatore Peter Morgan. Come avete lavorato alla sceneggiatura? Chi ha avuto per primo l’idea del film? La sceneggiatura era un testo intoccabile oppure è stata adattata alle esigenze del set?
Ron Howard: “Ho già lavorato con Peter per la sceneggiatura di Frost/Nixon e siamo diventati amici. Quando lui è entrato in contatto con la storia me l’ha raccontata e ne abbiamo parlato insieme, entrambi ci abbiamo visto la stessa cosa, una combinazione di personaggi unici in un mondo affascinante e quindi abbiamo deciso di realizzarne un film. Abbiamo cominciato a lavorare alla sceneggiatura che si è sviluppata mano a mano, anche grazie al lavoro con gli attori, era una cosa in continuo divenire. Poi Peter è entrato ancora di più nel film perché è ne anche produttore”.

Una domanda per i due attori protagonisti. Seguivate già la Formula 1 oppure vi siete documentati su questo sport, le regole e i protagonisti per questo film?
Chris Hemsworth: “Non ero un fan di questo sport, non lo seguivo, ma quando mi sono buttato nel progetto di questo film ho fatto ricerche, ma solo sugli anni Settanta, sugli anni precedenti e successivi le mie conoscenze rimangono limitate. Da ragazzino con il mio gruppo di amici non seguivo questo sport, mio padre andava in moto e io ho seguito di più questo sport parallelo della Formula 1”.

Daniel Brühl: “Io sono cresciuto a Colonia che è vicina al circuito del Nürburgring (il circuito dove è avvenuto il famoso incidente di Lauda ndr.), da bambino conoscevo Niki Lauda ed ero interessato a questo sport. In più Colonia è anche la città di un tale di nome Michael Schumacher non so se lo conoscete (ride), ma poi con Schumacher che vinceva sempre sono stato meno interessato dalla Formula 1 e ho seguito altri sport. Poi ho ripreso a seguirlo quando ho visto il bel documentario su Senna, ma non posso dire di essere un esperto di questo sport”.

Una domanda d’obbligo per l’unico attore italiano del cast Pierfrancesco Favino che interpreta Clay Ragazzoni. Ti senti più vicino a un uomo come Hunt o a uno come Lauda?
Pierfrancesco Favino: “Regazzoni credo si sentisse più vicino a Hunt come attitudine, non era un pilota moderno come Lauda. Regazzoni aveva una “guasconaggine” che lo rendeva immediatamente simpatico, penso che avesse una generosità che ha dimostrato molto in seguito dopo il drammatico incidente di cui è stato vittima. Io sono un pochino più “regolato”, però forse c’è una generosità in Regazzoni che mi appartiene e che condivido, anche il suo modo di non avere invidie dove riconosco che c’è una genialità”.

Ha voluto concludere Ron Howard che avuto parole di elogio per Pierfrancesco Favino: “Comunque quando si è trattato di scegliere il cast è stato bello e ho scoperto attori come Chris e Alexandra. Ma quando ho dovuto scegliere l’attore per interpretare Regazzoni ho avuto subito solo un nome in mente e sono felice che Piefrancesco abbia voluto farlo. Non è un ruolo principale ma è molto importante e credetemi nel film c’è molto più Regazzoni di quanto non stesse nella sceneggiatura e questo grazie alle idee e alla creatività di Pierfrancesco sul set”.

Elena Bartoni

 


Facebook  Twitter  Invia ad un amico  Condividi su OK Notizie 
 

Notizie in evidenza

Collabora con Voto 10
Seguici su Facebook Seguici su Google Plus Seguici su Twitter
Seguici su YouTube Registrati alla nostra Community Abbonati al nostro feed rss

I CINEMA DELLA TUA PROVINCIA

Advertising   Chi siamo   Collabora con Noi   Cookie Policy   Privacy   Termini e Condizioni d'Uso   Web TV  
 
Cerca
powered by Roma Virtuale :: Web Agency